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Battista Rinaldi - Un altro volto di Dio

cioè se la fede consista in un pensiero o un ragionamento che si sviluppi, ma con senso. Vale a dire non un pensiero chiuso in se stesso, che cerchi tutte le motivazioni per raccogliere più consensi possibili intorno ad una particolare convinzione; e nemmeno un pensiero che si avviluppa sempre su se stesso, magari compiacendosi nel coltivare il dubbio e quindi organizzare il dissenso sempre a proposito di una particolare convinzione o dato rivelato. La fede è, invece, una sorta di pensiero dinamico che si muove continuamente intorno al dato rivelato, con tutte le possibilità di cui l’uomo è capace, confrontandosi con tutto quanto l’uomo ha scoperto e sperimentato, ma mantenendo sempre il riferimento con quel dato che risulta essere la risposta di senso, per il credente, oggi, a quei grandi interrogativi che l’esistenza quotidiana gli pone. Anzi, proprio questo dato è in grado di condurre l’uomo anche a interrogarsi circa questioni che da solo non arriverebbe mai a porsi. Magari perché assorbito da altro o, semplicemente, perché alcuni problemi non fanno parte del proprio immaginario. L’immagine-simbolo che potrebbe rappresentare bene questo atteggiamento è molto biblica: quella del neonato che cerca il seno della madre, roteando la bocca, spesso ad occhi chiusi, fino a quando non raggiunga soddisfatto la ragione di tanta fatica.

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