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Conversazioni
- Fra i tanti personaggi da Lei conosciuti c'è anche Margherita Sarfatti?
- Ho potuto parlare con lei innumerevoli volte. Aveva la villa a Cavallasca, qui vicino a Como. Ci sono andato da solo un paio di volte, con Terragni parecchie altre volte. Con me la Sarfatti parlava dall'alto perchè detestava la pittura astratta, non la riconosceva come vera pittura... Poi ho avuto qualche discussione con lei, e lei ha capito che io studiavo sul serio, finche è diventata gentile anche con me. Era una donna coltissima, si occupava di arte e di letteratura, oltre che di politica. Conosceva molte lingue, era molto intelligente e affascinante... Ognuno ha i suoi lati buoni e i suoi lati cattivi, non so che dire... Io arrivo a dire perfino che se Mussolini fosse rimasto con la Sarfatti, con cui s'era messo quando viveva ancora a Milano, sarebbe cambiata la storia d'Italia... Intanto la Sarfatti aveva una cultura molto superiore a quella di Mussolini. Mussolini era un maestro di scuola elementare, con una cultura insufficiente: poteva anche essere, non so, un genio, anche un genio analfabeta e avrebbe fatto meglio, oppure poteva avere una grande cultura e si sarebbe comportato meglio; ma a lui mancavano sia il genio sia un'adeguata cultura, è questo il guaio. Invece la cultura ce l'aveva la Sarfatti, per davvero, perché veniva da una famiglia altolocata, aveva studiato a Parigi, era ricca, passava dei mesi in Francia, in Germania, in Inghilterra... Io credo che lei desse dei buoni consigli a Mussolini, ma da quando l'ha piantata Mussolini non ha fatto altro che scempiaggini... Comunque c'è un episodio che Le voglio raccontare. A me lo ha riferito Funi, che era molto amico della Sarfatti... Pensi che la Sarfatti si occupava abbastanza profondamente di pittura e di scultura, non di architettura, e ha conosciuto i massimi pittori italiani del suo tempo, quindi era quasi sempre in familiarità con Carrà, Sironi, Soffici, Casorati, De Chirico, parlava con lo stesso vocabolario di queste personalità dell'arte italiana... Io parlando con Casorati, con Carrà, con De Chirico imparavo delle espressioni verbali particolari che riguardavano, appunto, l'arte, e poi, mentre ero a colloquio con la Sarfatti, lei diceva le medesime espressioni. Allora esclamavo: "Ma io ho già sentito questa frase dal tale!", e lei: "Ah, ma non è che io la ripeta, è lui che l'ha imparata da me!" mi rispondeva...